Acá les coloco el cuento, sólo el original en italiano porque es un poco largo. Si lo desean, puedo subir otro día la traducción.
Il gatto volante
Un racconto da Alvaro Marcotrigiano.
In una grotta nel
parco, vicina a la fonte, visse moltissimo tempo fa una famiglia di gatti. La
mamma –a cui le altre gatte amiche chiamavano Tigressa perchè era grande, bella
e tigrata- e cinque gattini: quatro maschi e una femmina.
Il piccolino era
un maschio chi si chiamaba Miski, ma tutti gli dicevano Largo perchè era magro
magro e con una coda lunghissima, più lunga di lui. Oltre la coda e la
magrezza, fisicamente non era molto diverso di suoi fratelli e sua sorella. Era
così peloso e morbido che sembrava un piccolo pezzo di cotone. Ma certamente
era diverso di suoi fratelli in un altro senso...
Un giorno, Miski
e suoi fratelli uscirono della tana per la prima volta nella sua vita e videro
il mondo. Chè cosa meravigliosa! I colori, le luci, gli alberi e gli altri
animali... tutto era bello. Ma un animale strano gli attirò l’attenzione. Era
così piccolo e morbido e andava nel cielo e tra i rami degli alberi.
- Mamma! –gridò Miski- chè cosa è
quella? –disse segnando con la zampa.
- Quello è un uccello, caro –disse
lei- e gli ucelli sono molto gustosi -aggiuntò.
- Ma... si mangiano? –replicò il
cucciolo.
- Sì, tesoro, e anche sono molti
nutritivi.
Miski non poteva
credere quello che ascoltò. Com’`e possibile che una cosa così bella, così
maestosa, fossi un cibo? In riguardo a lui, non mangierà mai un uccello.
Passò il tempo e
Miski diventò l’amico degli uccelli mentre era lo zimbello di sua famiglia. Un
dei suoi migliori amici era Pip, un canarino con una voce melodiosa. Insieme a
lui, Miski si divertiva molto.
Un giorno, Miski
ascoltò una conversazione tra suoi fratelli:
- Perchè Largo non caccia gli
uccelli come faciamo noi –disse sua sorella.
- È La vergogna della famiglia
–disse un fratello.
- - Anche mama ha vergogna de lui
–disse l’altro.
Miski corse a sua
mamma e le disse:
- Mammina! È vero che hai vergogna
di me?
Tigressa lo vede
e chiese:
- Da dove hai presso quella idea,
caro?
- Ho ascoltato a miei fratelli
parlandone –rispose- Che hai vergogna di me perchè non caccio gli uccelli come
fanno loro.
- Mio caro, cucciolino –gli disse-
Io sono molto orgogliosa di te. Sei l’unico gatto che conosco che ha saputo
abbatere l’istinto per fare quello che considera corretto. Chi fa così scopre
cose nuove e un giorno incontrerà la felicità –e lo leccò con tenerezza.
Pasò il tempo e
un giorno Miski gli disse a Pip:
- Come mi piacerebbe salire al cielo
come fai tu! Essere così libero!
E Pip gli
risposse:
- Sai, Miski? Addeso mi rendo conto
della lunghezza di tua coda. Forse se la giri rapido com l’elica d’un elicottero,
salirai al cielo.
Miski girò la
coda. Primo lentamente e poi più rapido fino a che quasi non si vedeva a causa
della velocità. E cominciò a salire al cielo...
- Guarda, Pip, sto volando! –gli
gridò.
- Bravo, Miski! –disse Pip mentre
gli raggiungeva nel’aria. E poi gridò:
- Guarda, Miski! C’è fuoco nel
parco!
Miski fissò lo
sguardo nel fuoco e se ne andò verso alla sua tana a tutta velocità. Incontrò a
sua mamma e a suoi fratelli cercati dal fuoco e uno ad uno gli ritirò del
pericolo.
Gli altri animali
rimasero sorpresi per quello che ebbero visto.
Da quel giorno in più, tutta la famiglia mai
mangiò un uccello come gratitudine a Pip e Miski, il gato volante.
...E Miski,
certamente fu felice.
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